Approfondimento

La Fondazione Guido Venosta con Caritas per i profughi del campo di Lipa, in Bosnia

Approfondimento pubblicato il 02/03/2021

Sulla situazione in Bosnia troviamo molto bello il testo della Fondazione Erri De Luca:

“Sono sicura che nessuno di loro ha figli”.
Si potrebbe proporre un quiz: a chi attribuire questa frase.
Soluzione: la frase è riportata dal giornalista Nello Scavo in una sua cronaca di inviato in Bosnia. Lui è il migliore cronista delle epopee a zigzag dei profughi moderni. Nel mio vocabolario spetta solo a loro il titolo di viaggiatori, che deve contenere anche l’esplorazione di chi parte senza prescritto itinerario e senza biglietto di ritorno. I profughi moderni sono gli esploratori della foresta Europa.
Da molti anni Nello Scavo documenta sul quotidiano Avvenire gli approdi, i naufragi, i respingimenti, gli accordi sottobanco tra governi di costa e trafficanti di merce umana. Ne è complice anche l’agenzia europea Frontex.
È l’ultimo paragrafo della storia della pirateria nel Mediterraneo.
Nello Scavo ha proseguito le sue cronache in terraferma, in Bosnia, regione che ho conosciuto negli anni ‘90 della sua guerra terrestre, l’unica moderna svolta senza aviazione.
“Sono sicura che nessuno di loro ha figli”.
Loro sono i poliziotti croati. La frase è della madre di un bambino afgano.
Acciuffata, perquisita, percossa, i pannolini tolti ai bambini per cercare soldi, cellulari, numeri di telefono, indirizzi nascosti.
Per sfuggire alle retate centinaia di profughi vivono nei boschi, in casupole abbandonate dalla guerra di trent’anni fa.
Un medico, in viaggio di zigzag anche lui, cura con impacchi di neve le ferite di un ragazzo preso a calci da caduto a terra.
Chi sta leggendo queste righe forse ha arricciato il naso all’espressione: la foresta Europa. Da parte mia è un complimento, esiste almeno un luogo dove si possono accampare donne, bambini, ragazzi. Non esiste un tetto Europa per loro che secondo legge avrebbero ogni diritto di chiederne uno. Esiste la foresta da esplorare in pieno inverno.
Cose che succedono là fuori dei confini, in Bosnia? È documentato e denunciato che le deportazioni avvengono partendo dal territorio italiano, via Slovenia, Croazia.
Non sono respingimenti, che avvengono alle frontiere. Sono deportazioni eseguite in pieno territorio europeo contro le leggi dell’obbligo di asilo.
Tolgono e buttano via pannolini ai bambini.
La madre afgana suppone a ragione che quei poliziotti non abbiano figli. Del resto neanche io ne ho. Sono scomparsi i figli dall’Europa.

Leggi direttamente il link: “Sono scomparsi i figli dall’Europa”.Poi ci sono le foto della Caritas, che dicono tantissimo.

Sui respingimenti leggi qui.

Venuti a conoscenza della situazione in Bosnia non abbiamo potuto fare a meno di intervenire con un contributo che è servito a comprare un mezzo di trasporto che servirà per gli aiuti umanitari.

Tutto è nato dalla nostra collaborazione, già attiva, con Caritas.

Sotto trovate la lettera di ringraziamento con la foto del mini van donato.

I misfatti di Frontex sono stati documentati dal quotidiano francese Le Monde.

Pubblicato il 17 febbraio e aggiornato il 2 marzo 2021



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