Approfondimento

Covid, Andrea Gori: «Le varianti in 15 giorni fanno il giro del mondo. Così sfidiamo le pandemie del futuro»

Approfondimento pubblicato il 04/11/2022

Premessa:

questo articolo mi sembra interessante ed importante.

Ho conosciuto Andrea Gori durante la pandemia, dando il mio supporto al Policlinico di Milano.

Questo pezzo riflette quanto già espresso da Ilaria Capua e riportato sul mio sito durante i lockdown da Covid.

Per questo motivo  e per non dimenticare cosa è successo nel passato recente  Ve lo propongo sul sito della fondazione.

Sotto, in una breve del Financial Times del 31 ottobre 2022 , si vedono gli effetti del Covid negli USA : 1,05 milioni di persone diventate invalide durante la pandemia non sono tornate al lavoro.

Covid, Andrea Gori: «Le varianti in 15 giorni fanno il giro del mondo. Così sfidiamo le pandemie del futuro»

di  Stefano Landi

L’infettivologo lascia il Policlinico: al Sacco guiderà il nuovo dipartimento per le Malattie infettive

Primo giorno di lavoro. Andrea Gori, dopo 4 anni lascia, il Policlinico, dove aveva fondato il reparto di Malattie infettive. Da oggi è responsabile del nuovo dipartimento che inaugura al Sacco.
Cosa si porta nella valigia? 
«Una lezione che non possiamo permetterci di dimenticare. Da oggi cambia la prospettiva di lavoro».
Da dove si parte?
«In due anni di pandemia la Regione ha preso consapevolezza del peso di questo universo sanitario. C’è una sequenza che è oggettiva: varianti Covid, Vaiolo delle scimmie, l’epatite a eziologia sconosciuta dei bambini, la zanzara del Nilo».
Ci sono precedenti? 
«No, ma questa accelerazione era prevedibile. Il Covid è stata la prima vera pandemia globalizzata». Si indaga ancora sull’origine di quel virus… «È cambiata la vita negli ultimi 20 anni. Dieci anni fa, non esisteva una metropoli da 20 milioni di abitanti: oggi in Cina ce ne sono 10. Ci sono un miliardo e mezzo di persone che vivono negli slums senza acqua e luce. Un’urbanizzazione spaventosa che trascina enormi problemi per le metropoli. Milano ha tutt’altre dimensioni, ma solo rispetto alla sua provincia ha dinamiche e rischi maggiori».
Il mondo viaggia più veloce, anche i virus hanno imparato a correre? 
«Le varianti in 15 giorni fanno il giro del mondo. Se domani ne esce una in Australia, in due settimane si presenta qui da noi. Dentro questo vortice ci sono anche gli effetti del climate change: la zanzara tigre non esisteva, oggi può frequentare qualunque tipo di giardino».
Si riferisce a questo quando parla del cambio di orizzonti per la prevenzione? 
«Il Covid ha dimostrato le nostre debolezze. Non possiamo farci passare sopra due anni del genere, dobbiamo essere più preparati. A minacce globali si risponde facendo asse a livello internazionale».

 Con che modello nasce il nuovo dipartimento? 
«Anche in Germania, Francia e Spagna stanno inaugurando centri d’avanguardia per le Malattie infettive. Per prepararsi a gestire future emergenze, sei mesi fa è nata Hera, l’agenzia europea di cui noi siamo collaborating center. Tutto il mondo era impreparato. Ora si divide tra chi fa tesoro degli errori e chi no».
Cosa cambia in corsia da domani? 
«Arrivo per dirigere un reparto che potenzierà e affiancherà il dipartimento esistente guidato da Giuliano Rizzardini. Avremo anche un ruolo di supporto per centri che non hanno il reparto specializzato. Lo spazio è pronto, la squadra quasi. Con me ci sono alcune figure chiave che mi porto dal Policlinico. Arriveranno eccellenze dal resto d’Italia e stiamo facendo rientrare cervelli in fuga dall’estero».
A che punto è l’Agenzia regionale per controllo e prevenzione delle Malattie infettive entrata nella Riforma sanitaria a inizio 2022? 
«Qui al Sacco la sede è pronta. Su questo mi faccia fare un appello: in questi giorni si definirà il cda. Letizia Moratti ha proposto una lista di nomi importanti. Dobbiamo essere certi che sia di altissimo profilo a livello scientifico e manageriale. Solo così potrà nascere un centro di riferimento trainante a livello nazionale».

Ci sono appena state le elezioni Politiche. Arriveranno le Regionali… 
«C’è bisogno che la politica colga la rilevanza di questa operazione. Servono persone già in connessione con centri di ricerca e università europee. Noi saremo il braccio operativo, loro avranno un ruolo di governance e daranno le linee guida a tutti gli ospedali. Sarà fondamentale per intercettare i problemi: se a fine 2019 avessimo avuto un sistema di alert che ci segnalava l’incidenza delle polmoniti interstiziali non saremmo stati travolti dall’ondata Covid».
Che scenario abbiamo davanti?
«I coronavirus hanno fatto tre salti di specie in 15 anni: Sars, Mers e Covid. A livello internazionale sono osservati speciali. Se dovesse diffondersi un virus che incrocia contagiosità e letalità il pianeta sarebbe a rischio».
Però l’Italia sembra volersi togliere il peso di ogni misura di prevenzione. È d’accordo?
«Le infezioni negli ospedali e nelle rsa hanno un enorme impatto su altre patologie. Indossare le mascherine dentro le strutture sanitarie è uno sforzo minimo con un impatto importante per i fragili».

Sotto : Marina , al Policlinico, nell’aprile 2020



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