Approfondimento

Il progetto IEO Covid free? Un esempio per le aziende e le altre fondazioni

Approfondimento pubblicato il 27/05/2020

Il manager Caprotti scende in campo a sostegno del progetto Ieo Covid-Safe

Albiate, la Fondazione Guido Venosta ha finanziato 400 mila euro per 10 mila tamponi

 

ALBIATE – Fondazione Guido Venosta e Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) insieme nella lotta al Covid 19 con il progetto «Ieo Covid – Safe». Iniziativa volta non solo a effettuare tamponi gratuiti per tutto il personale e per i pazienti ricoverati nel centro milanese, ma anche a mettere a punto un test per la ricerca di anticorpi anti Sars-Cov2, che ha visto scendere in campo anche l’albiatese Giuseppe Caprotti, presidente della Fondazione stessa.

«Il team è composto da tre persone: me, Nicolò Fontana Rava e Francesco Niutta – ha spiegato l’imprenditore – La Fondazione sono io: sto a casa e non ho una segretaria. Così fanno i miei amici. Questo dà un’idea di cosa potrebbero fare degli altri filantropi, delle altre fondazioni più strutturate o delle aziende» (*) . Del resto ormai due cose sono chiare: per battere il virus serve la collaborazione di tutti; i pilastri indicati dagli scienziati per ridurre i rischi di contagio in attesa di cure e vaccini sono: diagnosi, mappatura della diffusione del contagio e ricerca della possibile immunità.

Il primo passo dei tre amici, dopo essersi messi in contatto con i professori Pier Giuseppe Pelicci e Gioacchino Natoli dello Ieo, Ruggero De Maria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Emilio Hirsch dell’Università degli Studi di Torino e Paolo Vineis dell’Imperial College di Londra, è stato proprio capire quale tipo di aiuto fosse necessario.

Il primo impegno è stato il sostegno all’attività del Laboratorio di Ricerca dello Ieo, che ha già ottenuto il via libera dalla Regione Lombardia per processare i tamponi. Per proseguire e mantenere nel tempo l’attività di esecuzione degli stessi diventa, però, indispensabile il sostegno della Fondazione, che in questa fase iniziale ha messo a disposizione 400 mila euro per coprire il fabbisogno di reagenti per l’esecuzione e l’analisi di una prima tranche di 10mila tamponi.

Fondamentale, inoltre, la ricerca di anticorpi anti Sars-Cov2, insieme al Mount Sinai di New York e all’Università di Pavia, già autorizzata da Fda per uso interno e sottomessa alle autorità competenti italiane. I risultati e i dati saranno messi a disposizione di tutta la comunità scientifica e delle istituzioni in una logica completamente “open source”.

Caprotti ha sottolineato che ogni singolo cittadino può fare la sua parte applicando: «prudenza, prudenza, prudenza perché il virus, come detto il 13 maggio dall’Humanitas, non è mutato ed è ancora fra noi» e dimostrandosi civile.

Un invito, questo ultimo, nato alla luce di alcuni episodi incresciosi che lo hanno coinvolto: «La crisi non ci ha “migliorati”: i terreni agricoli che posseggo, vicino a casa, qualche settimana fa erano stati puliti, da me e dal Comune.

Appena è stato allentato il lockdown ho iniziato a rivedere cicche e cartacce. Uno schifo che potrebbe essere evitato … ».

 

Dal Giornale di Carate, Seregno, Desio, 19 maggio 2020

 

(*) i miei amici non fanno parte della Fondazione : ci siamo semplicemente messi insieme , su base volontaria, a lavorare su questo progetto che vorrebbe , se altre realtà seguono questo esempio, creare i presupposti per fornire “tamponi per tutti”.

I fondi sono quelli della “Fondazione Guido Venosta, l’uomo contro il cancro“, allocati due mesi fà.

Per capire meglio quanto affermo sui tamponi leggi anche :

“Coronavirus, pochi tamponi: ecco le ragioni mai spiegate” di Milena Gabanelli e Simona Ravizza.

Sul confronto tra Lombardia e Veneto leggi qui

Per quanto riguarda l’ultima parte dell’articolo : posseggo terreni agricoli, non recintati, vicino a casa nel Parco Regionale della Valle del Lambro.

Da anni lotto contro gli scarichi abusivi ( “Gomme e gabinetti tra le pervinche in fiore- 2007″) , tanto che sono riuscito a far rimettere una sbarra per bloccare l’accesso ad una strada comunale dalla quale piccole aziende, per non pagare la discarica ufficiale, riuscivano a buttare immondizia sui terreni agricoli e boschivi di Albiate.

Ci ho messo sette anni : dal 2007 al 2014.

Oggi, passeggiando, ho trovato un sacchetto con degli escrementi di cane : ci voleva molto a portarli a casa o a buttarli in un cestino come ho fatto io?

Sotto : spazzatura trovata ad Albiate dopo il lockdown e i terreni agricoli dove viene scaricata la sporcizia.

Albiate il 21 maggio 2020. Articolo aggiornato il 27 maggio 2020.



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